ore 19.30 – Stand “Sherwood Media e Produzioni”
Con:
- Alessandro Runci (Re:Common)
- Ferdinando Cotugno (giornalista)
In molti hanno definito la guerra in Ucraina come il primo conflitto “climatico” della storia. In realtà le guerre contemporanee, combattute per il controllo delle risorse e lo spossessamento di intere popolazioni, si iscrivono tutte all’interno della crisi climatica che è in atto da tempo.
Allo stesso tempo, è la prima volta che il legame tra guerra, riassetto produttivo del capitalismo e modello energetico emerge in maniera così nitida. La dipendenza dal gas russo è un fatto noto, per tutti i Paesi europei e non solo. Meno noto nel dibattito pubblico, è che gli attori che continuano ad avere un peso nelle scelte politiche e commerciali in questa fase, sono gli stessi che hanno generato e continuano a inasprire la crisi ecologica. Stiamo parlando delle multinazionali del fossile, delle corporation che sono l’ago della bilancia della “svolta green” del capitalismo e si stanno accreditando per gestire direttamente i finanziamenti derivanti dal Recovery Fund e dagli altri giganteschi piani economici di ripresa post-Covid.
Come smascherare questi interessi? Come metterli al centro di campagne politiche e informative efficaci?
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